Cosa si intende per piccole e medie imprese
“Le PMI sono la colonna portante della nostra economia e creano l’85 % dei nuovi posti di lavoro in Europa”
Jean-Claude Juncker, ex-presidente della Commissione europea
Con il termine PMI andiamo ad indicare la categoria delle microimprese, delle piccole imprese e delle medie imprese. Nel contesto italiano, è noto che questo tipo di imprese sono essenziali per la creazione di posti di lavoro, per la crescita economica e per la stabilità sociale. Attualmente infatti, nove imprese su dieci sono una PMI e le PMI creano 2 posti di lavoro su 3.
Come stabilire se una azienda è PMI
Per partecipare ai bandi di finanza agevolata ed altre pratiche riguardanti gli aiuti di stato, ci viene spesso chiesto se l’azienda richiedente è una PMI, MidCap o Grande Impresa. Stabilire se una specifica impresa può essere considerata una PMI non è semplice come sembra. Le dimensioni aziendali come numero di dipendenti, fatturato e totale attivo ci danno una prima indicazione importante, ma non sono l’unico fattore da tenere in considerazione. Per le sue dimensioni, una singola impresa può anche risultare molto piccola, ma se è integrata in un gruppo (es. ha controllanti, collegate o associate), potrebbe non essere qualificabile come PMI. Pertanto è necessario un’analisi approfondita anche dal punto di vista del controllo della singola impresa e dell’eventuale gruppo aziendale.
La definizione di PMI prende innanzitutto in considerazione i tre seguenti criteri:
- Numero dei dipendenti effettivi – detti anche ULA (Unità Lavorative medie Annue): per una PMI non devono superare le 250 unità;
- Fatturato annuo non superiore ad Euro 50 milioni, OPPURE
- Totale di bilancio annuo non superiore ad Euro 43 milioni.
E’ molto importante notare che, per essere considerata una PMI, è obbligatorio soddisfare il criterio del numero dei dipendenti effettivi (ULA). Tradotto: se l’impresa ha più di 250 dipendenti non può essere considerata PMI ma è una MidCap o Grande Impresa. Per qunto riguarda i rimanenti due criter, la PMI deve soddisfare o il criterio di fatturato o in alternativa il criterio del totale di bilancio. L’impresa non deve necessariamente soddisfare entrambi i requisiti e può superare una delle soglie senza perdere la sua qualifica di PMI.
Parametri di classificazione delle Piccole e Medie Imprese
Vediamo ora la normativa per determinare se un’impresa può essere considerata una PMI o SME (small medium entity) nella terminologia europea. Come indicato dalla norma (Raccomandazione n. 2003/361/Ce della Commissione Europea del 6 maggio 2003 ), le imprese si distinguono in 3 categorie: la micro impresa, la piccola e la media impresa.
- Le Medie Imprese sono definite come imprese con meno di 250 occupati e che realizzano un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro.
- Le Piccole Imprese sono definite come imprese con meno di 50 occupati e che realizzano un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro.
- Le Micro Imprese sono definite come imprese con meno di 10 occupati e che realizzano un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro ( limiti bilancio micro)
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Il criterio degli occupati effettivi – ULA
Per stabilire se un’impresa rientra in una delle categorie di PMI è innanzitutto fondamentale identificare il numero effettivo degli occupati. Per calcolare questo criterio bisogna prendere in considerazione il personale impiegato a tempo pieno, a tempo parziale, su base temporanea e stagionale nel corso dell’ultimo esercizio (bilancio depositato).
Gli ULA comprendono le seguenti categorie di personale:
- i dipendenti;
- persone che lavorano per l’impresa e, secondo la legislazione nazionale, sono considerate come gli altri dipendenti (possono essere inclusi anche i lavoratori su base temporanea o ad interim);
- i proprietari-gestori;
- i soci che svolgono un’attività regolare nell’impresa e beneficiano di vantaggi finanziari da essa offerti.
Gli effettivi sono espressi in unità lavorative-anno (ULA). Chiunque abbia lavorato in un’impresa a tempo pieno durante l’intero anno di riferimento conta come un’unità. Nel caso di dipendenti part-time o lavoratori stagionali che non hanno lavorato lungo tutta la durata dell’anno, devono essere contabilizzati in frazioni di unità.
Sono invece escluse dal calcolo degli ULA le seguenti categorie:
- dipendenti in congedo di maternità o parentale;
- apprendisti con contratto di apprendistato o studenti con contratto di formazione professionale.
Criteri del fatturato e del totale di bilancio
Il fatturato annuo si determina calcolando i ricavi conseguiti durante l’anno di riferimento riferiti alla vendita di prodotti e prestazione di servizi – riga A1 del bilancio in IV CEE. Il fatturato non comprende l’imposta sul valore aggiunto (IVA) o altre imposte indirette. Si raccomanda di non confondere il fatturato con il Valore della produzione (VDP) che comprende anche la variazione delle rimanenze.
Il criterio del totale di bilancio annuo invece, si riferisce al valore del totale attivo risultante da ultimo bilancio depositato disponibile.
Cosa succede quando supero le soglie PMI
Se durante l’anno di riferimento l’impresa supera i tetti dei criteri finanziari o degli effettivi, non viene a meno la sua classificazione di PMI. L’azienda perderà questa condizione solo se supererà le soglie in oggetto per due esercizi consecutivi. Lo scopo è quello di garantire che le imprese che registrano una crescita temporanea non vengano penalizzate con la perdita della condizione di PMI a meno che non superino le soglie pertinenti per un periodo continuativo.
Differente è il discorso quando si superano le soglie in seguito ad un cambiamento di proprietà conseguente ad una fusione o acquisizione (es. quando una PMI viene acquisita da un gruppo internazionale). Le imprese oggetto di questo cambiamento statutario vanno valutate sulla base della loro struttura azionaria al momento della transazione, non al momento della chiusura dei bilanci. Nel caso in cui una piccola media impresa viene acquisita da un grande gruppo, cessa di essere PMI all’atto di acquisto: non vale la regola dei 2 anni consecutivi di superamento dei paramentri. La motivazione è che questo tipo variazione non è considerata temporanea, pertanto l’eventuale perdita della condizione di PMI è immediata.
Caso n. |
N (anno di riferimento) |
N-1 |
N-2 |
Condizione di PMI |
1 |
PMI |
non-PMI |
non-PMI |
non-PMI |
2 |
PMI |
PMI |
non-PMI |
PMI |
3 |
PMI |
PMI |
PMI |
PMI |
4 |
PMI |
non-PMI |
PMI |
PMI |
5 |
non-PMI |
PMI |
PMI |
PMI |
6 |
non-PMI |
non-PMI |
PMI |
non-PMI |
7 |
non-PMI |
PMI |
non-PMI |
non-PMI |
8 |
non-PMI |
non-PMI |
non-PMI |
non-PMI |
Le 3 categorie di PMI in riferimento ai rapporti tra imprese
Per valutare se un’impresa sia ammissibile alla qualifica di PMI, oltre ai criteri precedentemente citati, bisogna verificare ogni tipo di rapporto che intrattiene con altre imprese. In base al controllo che un’impresa esercita su un’altra, la definizione di PMI opera una distinzione fra tre diverse categorie di imprese.
Definizione di Impresa Autonoma
Un’impresa è considerata autonoma se è completamente indipendente e nessun’altra impresa possiede una partecipazione nalla stessa. Questa condizione di indipendenza viene conservata anche se l’impresa possiede partecipazioni di minoranza (inferiore al 25%) in altre imprese o se soggetti esterni detengono una quota non superiore al 25% del capitale nella stessa.
In questi casi l’impresa utilizzerà solo i dati finanziari e il numero di dipendenti effettivi (ULA) contenuti nel suo bilancio annuale.
E’ prevista un’eccezione (la partecipazione può raggiungere il 50%) per i seguenti tipi di investitori:
- società pubbliche di partecipazione, società di capitali di rischio e «business angels»;
- università e centri di ricerca senza scopo di lucro;
- investitori istituzionali, compresi i fondi di sviluppo regionale;
- autorità locali autonome aventi un bilancio annuale inferiore a 10 milioni di euro e meno di 5 000 abitanti.
Qualora un’impresa non risulti autonoma, è necessario sommare in maniera proporzionale alla percentuale di partecipazione, il numero degli occupati e dati finanziari delle imprese associate. Per quanto riguarda le imprese collegate, occorre aggiungere il 100% dei dati dell’impresa collegata.
Impresa Associata
Un’impresa è considerata associata se detiene una partecipazione compresa tra il 25% e il 50% del capitale o dei diritti di voto di un’altra impresa. Al contrario, l’impresa oggetto di valutazione PMI viene considerata associata se un’altra impresa ne detiene una partecipazione compresa tra il 25 % e il 50%.
Impresa Collegata
Sono considerate collegate le imprese tra cui esiste una delle seguenti relazioni:
- un’impresa detiene la maggioranza dei diritti di voto degli azionisti o dei soci di un’altra impresa;
- un’impresa ha il diritto di nominare o revocare la maggioranza dei membri del consiglio di amministrazione, di direzione o di sorveglianza di un’altra impresa;
- un contratto tra imprese o una disposizione nello statuto di un’impresa conferisce ad una di esse il diritto di esercitare un’influenza dominante su un’altra;
- un’impresa, in virtù di un accordo, è in grado di esercitare da sola il controllo sulla maggioranza dei diritti di voto degli azionisti o soci di un’altra impresa.